Gabriele Basilico
Gabriele Basilico nasce nel 1944 e studia architettura a Milano. Ha esordito alla fine degli anni Sessanta con fotografie di ricerca sociologica, ambientale, architettonica e urbana. La sua prima mostra personale si intitola “Ritratti di fabbriche”.
Il paesaggio suburbano, la forma e l’identità delle città, la transizione dall’era industriale a quella post-industriale sono stati i suoi principali ambiti di ricerca.
Gabriele Basilico ha pubblicato su questi temi più di sessanta monografie. Inoltre, ha partecipato a innumerevoli progetti di committenza pubblica per conto di importanti istituzioni. Durante la sua vita e dopo, è stato premiato con diverse onorificenze.
Le principali ricerche artistiche di Basilico
Propone spesso la presenza umana nel paesaggio urbano. Le figure più ricorrenti sono i bambini, interpreti di quella trasformazione su cui Basilico si sofferma spesso. Il fotografo sovrappone la presenza umana agli spazi urbani, in delicati equilibri tra spazi vuoti e pieni o ambienti vecchi e nuovi.
Il fotografo italiano Gabriele Basilico non è un viaggiatore che fotografa, ma un fotografo che viaggia.
Ci insegna a valutare il paesaggio urbano in modo totalmente nuovo.
Il suo è un approccio di documentazione analitica del rapporto tra spazio e vita. Le città di cui ci offre le immagini nel corso della sua ricerca fotografica sono molte famose città italiane e straniere, ma anche quartieri e periferie sconosciute e fatiscenti.

Tra le opere di Basilico è importante distinguere alcune indagini sulla figura umana. In particolare, alcuni ritratti in cui i soggetti (non modelle ma persone normalissime) sono signore intente a prendere il sole, oppure giovani che vanno a ballare in locali anni ’70, anziani in sale da ballo italiane, operai al lavoro.
Anche qui, come nel paesaggio urbano, l’analisi è su ciò che viviamo quotidianamente nella sua mediocrità, nella sua incertezza, nel suo disordine. Basilico indaga e ci restituisce il bello anche dove il bello non c’è o non è così evidente, allenando il nostro occhio a cercare l’arte in ogni angolo.
La città di Gabriele Basilico non è mai nello stile dei cronisti. Non è affollata, non è poetica.
La osserva in modo analitico, più vicino alla fotografia documentaria. Traspone nelle sue stampe la fissità delle città disabitate di Giorgio De Chirico e l’attenzione ai blocchi urbani delle periferie dipinta da Mario Sironi.
Nelle sue mostre ritorna spesso sullo stesso tema, sullo stesso luogo, come a testimoniare l’antropizzazione del paesaggio, con l’occhio dell’architetto urbano che individua le tracce dell’uomo in costante e inesorabile spostamento. Senza mai nominare l’uomo stesso, senza metterlo in primo piano.
Gabriele Basilico è morto nel 2013.
Le sue opere si trovano in oltre 50 musei di tutto il mondo.
Ecco alcuni link alle gallerie che ospitano le sue opere:
Galleria Astuni – Bologna, Italy
Studio Guenzani – Milan, Italy
Studio La Città – Verona, Italy
Ancora più importante è l’Achivio Gabriele Basilico
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