Fotografia in Italia
Chi produce oggetti visivi non è sempre un artista.
Non è più solo l’accademia a deciderlo; oggi sono anche la critica e il mercato a definire “cosa” può essere davvero definito arte. Spesso i virtuosi dell’arte fotografica non sono necessariamente artisti. Proprio come i pittori e gli scultori artigiani, anche se in Italia sono spesso ottimi professionisti. L’Italia ha certamente vissuto epoche di enorme creatività artistica e, sulla scia di questa, artigiani e botteghe hanno preso piede fino a diventare un importante settore produttivo. Eppure, secondo molte statistiche, le piccole imprese italiane sono in forte calo dal 2008. Nei dieci anni trascorsi, circa 165.000 imprese artistiche e artigianali hanno chiuso i battenti, compresi studi e aziende di pubblicazione fotografica.
La fotografia digitale è in aumento e allo stesso tempo i laboratori di stampa fotografica stanno scomparendo.
Rimangono i professionisti a chiamata che sviluppano e stampano online (da aziende estere anche piuttosto lontane). Il più delle volte rientrano nella categoria dei fotografi di eventi e campagne e, nel migliore dei casi, lavorano in un’agenzia pubblicitaria.
Ma non è necessario interrogare le ricerche Istat e i grandi numeri per capire cosa sta succedendo. Per cercare in giro basta guardarsi un po’ intorno per trovare serrande chiuse in ogni angolo delle nostre città e ancor più nei piccoli centri della provincia.
Se è vero che il settore del lusso ha resistito a varie crisi e si è anzi rafforzato (almeno nella narrazione più popolare), la bottega locale, più tradizionale e popolare nelle sue caratteristiche e ancora piuttosto difficile e costosa nelle sue tecniche di produzione, non ha avuto la stessa fortuna.
Per stare al passo con i tempi, l’artigiano italiano ha dovuto adattarsi alla costante ricerca di soluzioni ecologiche e sostenibili, ma non è stato premiato per questo sforzo, né nelle sedi locali né in rete. Al contrario, è stato piuttosto immobile nel farsi notare sul web e nello sfruttare la rete per far conoscere e collocare il proprio prodotto.
Il piccolo laboratorio fotografico funziona ancora?
Sì, la realtà è che le botteghe artigiane resistono soprattutto in luoghi molto turistici. Ma se prendiamo Venezia come esempio, non possiamo non aver notato la diffusione delle cosiddette “brutte copie”, cioè di prodotti industriali realizzati e importati da aziende straniere a bassissimo costo sotto le spoglie (più o meno) di prodotti artigianali locali e questo vale anche per la fotografia.
Aprire un negozio di fotografia in Italia oggi può essere una scelta difficile da giustificare. Con la crescente diffusione della tecnologia digitale e l’avvento dei social media, molte persone scattano foto con i loro telefoni cellulari e condividono le immagini online, riducendo la domanda per la fotografia tradizionale.
Inoltre, la concorrenza in questo settore è alta e molte grandi catene di negozi fotografici hanno già stabilito una forte presenza sul mercato italiano. Inoltre, la pandemia di COVID-19 ha colpito gravemente l’economia italiana e molte aziende hanno chiuso i battenti.
Come in tutte le attività ciò che può fare la differenza è un’idea innovativa o si è in grado di fornire servizi fotografici di alta qualità. In quel caso ci può essere ancora spazio per un laboratorio di fotografia di successo. Ad esempio, un negozio specializzato in fotografia d’arte o in servizi di stampa personalizzati rivolti al pubblico e alle aziende o concentrarsi su un pubblico di nicchia, come matrimoni o eventi aziendali, potrebbe trovare un mercato.
La fotografia in Italia: qual è la strategia per uscire da questo trend sfavorevole?
Certamente oggi non c’è strada che si possa percorrere senza contemplare l’uso del web e dei social media. Eppure i grandi web store come Amazon o gli specialisti dell’artigianato come Etsy non sembrano promuovere grandi iniziative. Al contrario, incentivano con nuove tariffe la chiusura di piccole imprese artigianali che frammentano l’immagine del marchio e causano dispersione.
Un’iniziativa per promuovere l’artigianato locale potrebbe arrivare attraverso un sistema di certificazione dell’autenticità unico nel suo genere. Con un marchio di fabbrica e diffuso a livello internazionale, che possa essere riconoscibile da tutti. Il concetto e il regolamento del MADE IN ITALY andrebbero quindi ridefiniti e pubblicizzati a livello mondiale. L’obiettivo sarebbe quello di preservare e scoraggiare la copia, ma allo stesso tempo in modo più positivo e propositivo: promuovere l’autenticità sfruttando appieno le potenzialità del digitale.
Ma come applicare queste regole in un settore come quello della fotografia, in cui ciò che è originale viene sempre più spesso generato o manipolato online, rimane una domanda complessa, con una risposta ancora da inventare.
Nell’era digitale, la fotografia è tra tutte la forma d’arte più duplicabile. Per questo la protezione delle immagini è una questione molto dibattuta. Anche in questo blog, in un post dedicato (Leggi l’articolo: Alcuni consigli per proteggere le proprie immagini digitali).